Ci sono libri di cui non puoi fare a meno di parlare.Non si tratta solo di amicizia o di antiche conoscenze riemerse da un passato lontano per poterlo fare, quanto dalla constatazione che in quelle righe è ricamata un'intera visione della vita,un'inebriante descrizione di come l'esistenza possa essere declinata su altre regole,su altre
E già dalla copertina(e dalla sua contraddittoria rappresentazione titolo/immagine)il libro del concittadino e amico Fabrizio Accorsi(Sarzana,1948)"Il nostro canto libero"(Europa Edizioni)si presenta come un diniego per una normalità vissuta all'interno della "boccia"di un mondo pre-costituito e prefigura la rappresentazione di un cammino che si è espletato per l'intero pianeta ,toccando terre lontane,vivendo e lavorando in stati come India o Australia,Stati Uniti o Guatemala muovendosi,assieme alla sua compagna Patrizia,con un vecchio furgone Volkswagen o con semplici mezzi locali alla ricerca di se stessi e della diversità umana.
La prima parte del libro ci parla di questo,della scoperta, ,dell'inusitato,del diverso e la bravura dell'autore è quella di renderci realtà esistenziali diverse filtrate attraverso la propria e l'altrui esperienza quotidiana.Poi,lentamente la consapevolezza della propria scelta di vita diventa sempre più profonda e i soggiorni in parti del mondo diverse assumono sempre più i connotati di una certezza.Il racconto dei lavori svolti in molti stati,le soste e il rapporto con le comunità di un luogo più lunghi e duraturi e poi...di nuovo via.
Abbandonare
i mezzi terrestri e arrivare in centro america, la scelta di prendere
il mare con una barca a vela,imparando in poco tempo i rudimenti del
mare e della navigazione,il porsi letteralmente e non solo ,al vento del
destino, rende molte delle storie di Fabrizio (e Patrizia)
quasi epiche ,se non fosse che tutto ciò racchiude anche un mondo
esistenziale fatto di piccole crociere a pagamento o l'acquisione
della nuova capacità,a bordo ,di preparare ,oggetti di artigianato o
magliette da vendere ai turisti.Ogni pagina descrive un'esistenza non
sempre facile ma gioiosa dove c'è spazio anche per filosofeggiare
argutamente o dove trovano giusta collocazione pensieri scientifici e
ipotesi ardite,genuino buonsenso e gustosi quadretti di un umorismo
semplice,come semplici sono molti protagonisti incontrati in altri
luoghi del nostro pianeta.
Fabrizio e Patrizia |
Fabrizio Accorsi,abitava sopra di me,nel Viale della Pace a Sarzana(ora vive su quella barca a vela ancorata in una splendida baia del Guatemala).Un poco più vecchio del sottoscritto(è nato nel 1948),già a vent'anni colpiva per la sua aria sicura e la bravura precoce (laureato con lode in Lingua straniere a Pisa).Si capiva quanto i nostri luoghi,seppur belli, gli stessero stretti e il suo destino di viaggiatore fosse già segnato nella sua inesausta curiosità,nella voracità di chiedersi quanto il mondo fosse diverso,quanto la libertà di viverlo fosse così necessaria.L'incontro con Patrizia,suo alter ego femminile e compagna di una vita ha dato il via a tutto ciò che leggerete nel libro.Come già qualcuno aveva osservato:"Il viaggio non richiede una spiegazione,ma solo dei passeggeri".Provate a seguirli nelle strade del mondo.
Giorgio Giannoni
Il libro è acquistabile su:
Europa Edizioni
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Libreria Universitaria
Unilibro
Libro CO.Italia
Ibs.it
Feltrinelli
Mondadori Store
Hoepli
Giunti
Libreria Del Santo
Minerva Libri
e reperibile nelle nostre librerie locali
Pagine Facebook di Fabrizio e Patrizia
https://www.facebook.com/patrizia.fagiano
Facebook Il nostro canto libero
Altre indicazioni sull'Autore e su questa notevole esperienza dalla viva voce di Fabrizio:
"Sono nato a Sarzana nel 1948. Di famiglia religiosa,
sono cresciuto secondo i più severi principi della dottrina cattolica,
dividendomi tra gli impegni quotidiani di chiesa e di studio.
Durante il primo anno di università, ho scelto di
frequentare solo un trimestre per poi andare a vivere in Inghilterra, a Londra.
Il soggiorno di nove mesi in questa città – in periodi diversi, quasi
consecutivi, intervallati da brevi rientri in Italia, per chiudere alcuni esami
– ha cambiato drasticamente il mio modo di vedere la realtà. Per la prima volta
ho sentito la necessità di liberarmi dai condizionamenti e dai pregiudizi di
una realtà sociale limitata come quella della mia cittadina d’origine.
Fabrizio Accorsi in una foto "d'epoca" |
Durante tutto il periodo universitario a Pisa, e fino
alla laurea in Lingue e Letterature Straniere, mi sono sempre mantenuto con
borse di studio, mentre due anni di insegnamento nel doposcuola (prima della
laurea) mi hanno conferito quegli otto punti in più, che insieme ai quattro
della lode mi hanno dato la possibilità di trovare lavoro immediatamente come
docente con orario-cattedra a tempo indeterminato. Ho insegnato inglese in
diverse Scuole secondarie di primo grado e in Istituti Superiori di Sarzana e
La Spezia.
Fino ai ventitré anni la mia vita è stata un tentativo
costante di conciliazione tra sessualità e religione; poi mi sono arreso all’”evidenza”,
realizzando che i due poli sono del tutto incompatibili. Furono le letture di
Freud, ma soprattutto i libri di W. Reich, a chiarirmi definitivamente le idee,
aprendomi a nuovi possibili scenari di vita. Nonostante tutto, negli anni, ho
provato e riprovato disperatamente a far rientrare dalla finestra la religione,
o, per lo meno, forme filosofico-religiose meno organizzate come il buddismo o
la via zen.
La lettura di alcuni libri allora molto noti, tra i quali Sulla Strada
e Siddharta, avevano da tempo solleticato la mia curiosità in direzione
dell’Oriente, viaggio che dovetti posticipare fino ai ventisette anni, al
momento in cui conobbi Patrizia.
Patrizia e Fabrizio |
Patrizia, compagna di viaggio e di vita, è la donna con la quale ho
condiviso prima l’esperienza di sei mesi in India, a bordo di un furgone
ammobiliato artigianalmente, poi i successivi quarantadue anni di viaggio. Un
viaggio che continua ancora oggi.
Patrizia è parte integrante del mio spirito, del tempo, degli spazi e delle
mie emozioni. Insieme non abbiamo intrapreso un semplice viaggio, non siamo
partiti per tornare, ma ci siamo gradualmente “convertiti” a una vita nuova.
Un’esistenza dove il tempo e lo spazio sono fondamentali, dove il lavoro è
necessario ma mai invasivo, dove la riscoperta di sé ha più valore del denaro,
dove la condivisione delle esperienze supera il bisogno materiale.
Attraverso India, Malesia e Singapore siamo giunti in Australia, dove
abbiamo svolto diversi lavori, per lo più manuali. Io ho anche insegnato
l’italiano in una scuola privata di Perth (Western-Australia), ho trovato
impiego a Melbourne (Victoria) nel giornale italiano Il Globo come
traduttore di annunci pubblicitari e correttore di bozze, e insegnato la lingua
italiana al RMT di Melbourne.
Al ritorno dall’Australia, di passaggio per l’Italia, ho inoltre lavorato
alcuni mesi per una succursale di una nota azienda come traduttore,
dall’italiano all’inglese, di testi tecnici.
In seguito ho continuato a viaggiare con Patrizia prima via terra in Europa
(per circa otto anni), impegnandomi in due anni di ricerca archeologica a
Troia, che ha richiesto l’apprendimento elementare del turco, poi negli Stati
Uniti, Messico e Centro America per quattro anni, fino alla Costa Rica. Per
circa vent’anni abbiamo affrontato il viaggio in camper e autocaravan, poi per
quasi ventitre anni in barca a vela nei Caraibi nord-occidentali, tra Cuba,
Messico, Guatemala, Belize e Honduras.
Siamo ancorati, eccezionalmente da mesi, nelle acque interne del Guatemala,
e vi resteremo fino a quando Patrizia, auspicabilmente, avrà risolto un serio
problema agli arti inferiori, con l’aiuto di una combinazione di terapie
tradizionali e alternative in una clinica locale a Rio Dulce.
Ho molteplici interessi: la lettura, la scrittura, l’archeologia, il
disegno e la pittura, la vela, e la musica lirica, con una videoteca
di ottocento opere complete (tra antiche e moderne) e migliaia di arie
note interpretate da cantanti contemporanei e passati, che ascoltiamo quasi
ogni sera. Mi sono occupato anche, per un totale (finora) di oltre quindicimila
ore, di Antico e Nuovo Testamento.
Il nostro canto libero racchiude storie realmente
vissute, ricostruite da uno strumento a volte ingannevole, la memoria, ma con
uno sforzo costante a non romanzare, e per questo scritte nel linguaggio
semplice del racconto orale, con il vantaggio di un’auspicabile condivisione di
larga estensione, indipendentemente dai livelli culturali dei lettori. Questi
racconti non hanno la pretesa di elevarsi a insegnamenti di vita, raccontano la
filosofia delle piccole cose e in alcuni può trasparire un messaggio che il
lettore può liberamente interpretare. Con Il nostro canto libero ho
voluto creare una sorta di spiraglio, un preludio ai successivi volumi,
strutturati nella forma di memorie-saggio e pertanto più finalizzati a chiudere
un percorso".
Fabrizio Accorsi
Fabrizio Accorsi
La famiglia di Fabrizio abitava nel viale dove i miei genitori gestivano un negozio di frutta e verdura e dove, puntualmente, la mamma Sonia veniva a fare spesa. Di Frbrizio ricordo il suo volto sempre sorridente e quell'aria di bravo ragazzo, realizzato e rassicurante. Ero più piccola di lui e non avevo modo di frequentarlo, ma la sua mamma ci teneva informati delle strane ( per quel tempo ) evoluzioni del figlio con orgoglio e commovente soddisfazione, facendolo sembrare ,ai miei occhi adolescenziali, l'Ulisse vivente. Per anni ( mi sono sposata nel 74 e sono andata ad abitare fuori Sarzana) non ho più avuto sue notizie, ma la vita mi ha fatto avere ancora contatti con suo fratello ed ho potuto riannodare quel filo di conoscenza rotto anni prima. Da Fabrizio ho comperato, anni or sono, delle collane di pietre fatte da Patrizia che aveva portato in Italia nei suoi brevi viaggi di rientro ed è stato un pò come ritornare nella sua casa e ricevere le caramelle che la Sonia mi regalava quando ero bambina. La fame di conoscenza ha vinto le paure e il giudizio, incrementando quel coraggio che bruciava dentro di lui, fino a quando non è diventato fiamma divampante ed ha bruciato ogni corda che lo legava, liberandone le ali della mente e dell'anima. Ammiro il coraggio, la voglia di vivere " vera" dell'essere umano Fabrizio, l'uomo più coraggioso e umanamente ricco del mondo, perchè la sua libertà mentale e umana è un valore inestimabile. Complimenti Ulisse Sarzanese! E mille auguri per la tua Penelope che possa presto rimettersi e continuare il cammino. Mariella
RispondiEliminaDi questi tempi mi commuovo un pò troppo facilmente. Non sarà un indizio di un “Ulisse” che dà segni di stanchezza? Scherzo, mi ha fatto molto piacere, ti ringrazio con il cuore. Fabrizio
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