La visita al parco di Manuel Antonio, in Costa Rica, ci ha lasciato un ricordo indelebile dell’intelligenza delle scimmie cappuccine, che, da tempo abituate ai turisti, discendono dagli alberi per ricevere il cibo che alcuni di loro, sconsideratamente, gli offrono.
Da molti piccoli particolari avevamo intuito che possedevano una grande intelligenza ma eravamo lungi dall’immaginare quello che vi racconto di seguito:
Gli studi di molti specialisti mondiali, tra i quali
Frans de Waal “Are we smart enough to know how smart animals are?” (Siamo abbastanza intelligenti da riconoscere il livello
d’intelligenza degli animali?”), e Sarah Brosnan, indicano che molti primati,
non solo cooperano con uno o più partner per raggiungere un obiettivo che da
soli non avrebbero potuto raggiungere, ma dimostrano uno spiccato senso di
equità e giustizia al momento di dividere i
frutti del loro lavoro. E, incredibile, capiscono che il lavoro di un partner
richiede una compensazione. Le scimmie cappuccine, ad esempio, apprezzano
l’aiuto di un
partner al punto tale da preferire condividere il cibo con un
partner che le ha aiutate ad ottenerlo anziché
con uno che non le ha aiutate. Di fronte a esperimenti cosí significativi, ci si domanda perché le
scienze sociali in anni recenti hanno maturato la curiosa idea che la
cooperazione umana rappresenti “un’enorme anomalia” (ovviamente positiva e che
distingue l’uomo dagli animali) nel regno naturale.
Tali affermazioni hanno ispirato un esperimento, diventato popolarissimo,
condotto da de Waal e Sarah Brosnan con un paio di scimmie cappuccine. Ultimato
un compito, gli istruttori ricompensavano tutte e due le scimmie con fette di
cetriolo e uva, dopo che precedenti esperimenti avevano accertato la loro
preferenza per l’uva. Le scimmie non avevano problemi con la ricompensa a patto
che ricevessero una ricompensa identica, per esempio il cetriolo.
Tuttavia, si opponevano con veemenza a ricompense diverse, ad esempio se
una riceveva il cetriolo e l’altra l’uva. La scimmia che aveva ricevuto il
cetriolo incominciava a sgranocchiare contenta la prima fetta, ma dopo aver
notato che alla sua compagna era stata data dell’uva, andava in collera,
gettando via i miseri vegetali e scagliandosi contro la gabbia con tale
veemenza da minacciarne la distruzione. Il rifiutare cibo perfettamente edibile
perché qualcun altro aveva ricevuto una
ricompensa migliore, assomiglia al modo in cui reagiscono gli umani in simili
situazioni economiche. È sorprendente che gli economisti definiscano
“irrazionale” questa risposta, affermando che il ricevere qualcosa è per
definizione meglio di non ricevere nulla! Nessuna scimmia essi sostengono,
dovrebbe rifiutare del cibo che mangia normalmente e nessun umano dovrebbe
rifiutare una ricompensa, seppure piccola. Un dollaro, dicono, è sempre meglio di
niente! (mostruoso, ndA – Di fronte a una simile mentalità, che ignora il concetto basilare di giustizia
sociale, ci si domanda perché nei quattro
quinti del pianeta le donne ricevano paghe inferiori agli uomini per uguale
lavoro)
Fortunatamente Frans e Sarah non erano convinti che la reazione della
scimmia che aveva ricevuto come ricompensa il cetriolo fosse “irrazionale”, dal
momento che cercava una ricompensa uguale per lavoro uguale, il che costituisce
la conditio sine qua non per incentivare proprio la cooperazione. I primati, a
questo proposito, superano addirittura le scimmie in giustizia sociale.
Sarah
scoprí che a volte gli scimpanzé protestano
contro ingiustizie in loro favore. Essi protestano, cioè, non solo quando
ricevono di meno, ma perfino quando ricevono di più!
Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro. Conoscete un solo lavoratore
il quale protesterebbe con il suo datore di lavoro per aver ricevuto
ingiustamente un salario maggiore per uguale lavoro? I primati lo fanno, noi
no! Non ce ne vergognamo nemmeno un pò?
Fabrizio Accorsi
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