“Aaaaaah!...”
Mi ritrovai in
piedi, senza rendermene conto, accanto alla finestra dell’autocaravan, a
guardare fuori, nel vuoto. Ero balzato dal sedile con un movimento istintivo,
automatico. Sentivo le gambe molli.
Il grido
imprevedibile, altissimo, isolato, carico di terrore, nella sua lancinante
incidenza, veniva da lontano, dallo spazio sopra il poggio. Eppure era chiaro,
inconfondibile: era la voce di Patrizia! Rabbrividii. Indeciso sul da farsi,
feci qualche passo avanti e indietro sul pavimento dell’autocaravan,
parcheggiata dal pomeriggio precedente nel pittoresco parcheggio.